Appartamento sold out: Universo fortuito di Centocelle

L’inverno avanza e comincia il periodo dedicato alle serie tv. Ne stanno uscendo tantissime, ma davvero poche sono quelle interessanti. Sarà che dopo anni la passione per la serialità sta scemando, oppure non si trovano prodotti televisivi all’altezza delle aspettative. Ultimamente mi capita davvero troppo spesso di non trovare qualcosa che mi interessi davvero. Fortunatamente non è il caso di cui voglio parlarvi.

Appartamento sold out, rientra in uno di quei pochi casi d’interesse, è una serie realizzata da due registi Giulio Manfredonia e Francesco Apolloni. È interpretata da Giorgio Pasotti (il volto che forse avrete visto di più), Mohamed Zouaoui, Liliana Fiorelli, Fabrizio Buonpastore, Nina Sciarappa, Mimì Karbal.

È la storia di tre coppie, che si ritrovano a convivere forzatamente nello stesso appartamento popolare a Centocelle, dopo essere state raggirate da un agente immobiliare. Ci saranno tutta una serie di imprevisti, che metteranno in difficoltà la convivenza, ma i sei protagonisti cercheranno di ricomporsi e mantenersi uniti.

All’apparenza una trama semplice, che non lascerebbe spazio a grande immaginazione, ma la bravura e forse pure la figata sta proprio in questo. Un adattamento teatrale con poche scene e fondamentalmente pochi luoghi, in cui è racchiuso un senso profondo sulle dinamiche attuali. Si tratta di tre coppie che provengono da ambienti diversi: la prima proviene dalla Roma intellettuale e ricca, rispettivamente padre e figlia, la seconda è tunisina e si è stabilita da poco in Italia e la terza è rappresentata da due giovani immigrati di seconda generazione. Ne nasce una situazione surreale, dove la diversità è ricchezza e il confronto, l’attrito e la messa in discussione dei propri valori sono sempre dietro l’angolo.

Suggestiva è la capacità d’adattamento dei singoli personaggi e soprattutto la loro evoluzione nel corso dello svolgimento. Quindi, ritroviamo il tunisino musulmano e un po’ maschilista, con la moglie che difficilmente può uscire di casa (almeno all’inizio), la giovane coppia che tenta di costruirsi il futuro con pochi soldi e tanti sogni, lo scrittore italiano con sua figlia, sempre sull’orlo del disastro economico e alle prese con una ragazza adolescente, che deve crescere tra mille difficoltà.

Risulta davvero impossibile non riuscire a immedesimarsi in uno dei personaggi, poiché attorno al nucleo principale ne ruota un altro, che costituisce l’esistenza stessa di quel quartiere.

Centocelle è nel quadrante sud est di Roma, è da sempre un quartiere popolare per eccellenza, oggi multiculturale più che mai. Lì, la solidarietà, l’arrangiarsi e la vita difficile costituiscono il tessuto stesso, ma non per questo ci si perde d’animo. Dall’incazzatura quotidiana si passa al sorriso quasi rapidamente, perché solo quando si è uniti si affrontano meglio determinate situazioni. E oggi più che mai è necessario che si stia tutti insieme, che si smetta di giudicare e si conviva pacificamente. Uno spaccato intriso di autenticità e buon umore, anche nel momento più difficile.

È questa forse la lezione più grande che ci offre appartamento sold out. In un’epoca in cui si costruiscono grandi artifici, complesse macchinazioni, ci si dimentica delle cose più belle, vere e importanti. La serie è un invito a sorridere, a trovare la forza e a dire che sì, anche quando si è poveri, si può essere felici. Certe volte non servono grandissimi sponsor, per arrivare dritto al cuore di chi guarda. Poche e semplici battute, caricate di sincerità sono l’ingrediente giusto.

Spesso ci dimentichiamo che le cose più belle, sono quelle semplici e che molte volte le abbiamo davanti agli occhi. Soltanto se ci guardiamo intorno, capiamo il loro valore reale. È una frase che sentiamo dirci da sempre, ma evidentemente si vede che è necessario ripetercela il più possibile, soprattutto a noi teste dure che crediamo già di avere soluzioni o risposte pronte. Magari non esiste soltanto una.

Appartamento Sold out è una serie carica di messaggi e di umanità, in bilico tra dramma e buon umore. Un mix interessante che può darci anche una direzione sul futuro, non solo per il cinema, ma soprattutto per la vita.

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