Il valore di una vita

Pensieri lontani e indissoluti

Non è ancora notte quando calano alcune riflessioni come queste. Il tempo consuma i ricordi, fino ad annebbiarli. Sbiadirli. Non sai più quand’è stata l’ultima volta che ti è venuto in mente un pezzo di vita insieme a una persona. Un amico. Puoi sembrare romantico, nostalgico o quello che ti pare, ma alla fine scrivi quando hai bisogno e per imprimere su un foglio qualcosa a cui non puoi rinunciare.

Ti chiedi davvero se ha senso tutto questo o se mai avresti pensato di fare un passo del genere. Ma è in virtù di alcune situazioni che ti si parano davanti, che smetti di essere quello che sei stato finora. La Guerra è certamente una di queste. Ma la senti ancora più vicina, se sai che qualcuno che conosci è lì a pochi passi. Ma poi nemmeno questo basta. Pensa se quel qualcuno adesso, mentre stai scrivendo, è in un campo militare ad addestrarsi. Pronto a partire non appena terminerà il periodo di studio, di tattica e addestramento. Potrebbe finire in Donbass, a Lugansk e restarci lì per mesi, nei casi più fortunati, oppure addirittura un anno intero. Il fronte caldo ucraino è proprio lì, ogni giorno gravano sui civili missili, droni, bombe e attacchi di ogni genere. Possiamo solo immaginare come ci si senta da quelle parti. Se pure una piccola speranza di pace può esserci, dobbiamo aggrapparci con tutte le forze a quel filo e non cadere giù.

E no, non sei ipocrita.

Se fino a ieri seguivi il conflitto con aria preoccupata, ma tutto sommato lo percepivi lontano da te, adesso non più. Non hai più voglia di scherzare, temi il peggio. Un’agonia che ti corrode dentro, ma poi ti sale una forza se pensi a chi sta lottando davvero. Non per colpa sua, ma per la volontà di un capo che ha deciso per te. E pazienza se poi va male , loro non possono farci niente. Da quelle parti la vita conta un po’ meno. Si nasce e si muore senza sapere né come, ne quando. Questo è il destino di tanti, troppi, ancora adesso. Abbiamo robot in grado di curarci, ma ancora non siamo in grado, o non vogliamo far smettere la guerra. Soldi e sangue a scapito della povera gente.

Ma a pensarci bene, nemmeno questo ti distrugge, più di quanto il tuo amico si sia sentito inerme. Prelevato con la forza e trascinato su un furgone, senza possibilità di controbattere. Ecco, questo ti fa più male. Se esiste un’ingiustizia, questa è decisamente la più grande . Chissà quando vi rivedrete, ormai sono trascorsi quasi 4 anni. E ora che il conflitto ucraino si aggrava, hai come l’impressione che mancherà un bel po’. Non sai come andrà a finire, la prigionia assomiglia a un territorio bombardato, con la morte che grava sopra la testa o sul petto di qualcuno. Non vuoi neanche pensarci, ma purtroppo non è un’ipotesi da scartare.

Poi cercate di parlare.

Capisci che si sta lottando per qualcosa di più grande di una singola vita e che la tua esistenza non è niente, in confronto al tuo stato. Sembrava un pensiero dell’Ottocento risorgimentale, eppure è tornato in auge. Almeno c’è un qualcosa in cui si riconoscono ancora milioni di uomini. Il suo sorriso, la sua voce e il suo impegno vanno oltre ogni aspettativa e se riesci a cogliere tra le righe, di quei brevi audio che vi siete mandati, riesci a capire molte cose. Se analizzi ogni singola parola, inizialmente c’è paura, rabbia e sconforto. Poi noti un pizzico d’entusiasmo, nascosto da una voce che, quando parla del suo popolo si riempie d’orgoglio, e fa sentire meglio anche te. Scopri che ancora pensa all’Italia e a quanto gli manchino le giornate insieme a tutti gli amici. A quei tempi giovani che sono un po’ svaniti, ma che potranno ravvivarsi non appena ci rincontreremo. Da quelle parti forse Dio non è ancora morto. E questo non può far altro che farci sognare a un giorno migliore, a quella luce che penetra la notte e ci conduce a una nuova alba.

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