E poi boh, saresti potuto nascere in qualunque altro posto. Invece sei nato lì, in mezzo alle montagne. No, non è un luogo comune. Davvero. Pensa che culo, se fossi nato in città. Non avresti sentito quell’odore di letame, il vestito della domenica sarebbe rimasto pulito. Eppure da quando te ne sei andato, non vedi l’ora di tornare. Ti manca l’aria fredda di dicembre sulla faccia, quel contrasto caldo-freddo, che ti dà un fastidio assurdo. Non hai più la neve sul cappello e tutta la tranquillità che ne deriva. Quel senso di immobilità, di dover restare per forza nel tuo paesello, perché c’è il ghiaccio e non puoi nemmeno usare la macchina. D’altronde dove vuoi andare quando fa freddo e c’è un metro di neve per strada?

Poi Roma.
Il cielo grigio dell’inverno non è così male, rispetto a quello di Oslo o Berlino. La pioggia ti manda in visibilio. Ti lascia dentro un po’ di cupezza. Ci sono quei giorni in cui hai paura di tutto, specialmente ora che c’è un tempo mascherato. Sei in una metro anonima, tra cento, o forse mille sconosciuti. Sguardi sfuggenti, cerchi qualcuno e non lo trovi, così immagini che sia vicino a te. Hai presente quando c’è una persona che somiglia a un tuo amico? A Roma questo succede troppo spesso. Quante volte stavi per andar incontro a uno sconosciuto e poi ti sei fermato. Quasi sicuramente per pudore.

Scrivi e ti Rilassi.
In questi giorni scriveresti mille pagine senza mai fermarti. Non sei mai stanco. Sarà l’aria del Natale, gli svariati impegni prima di finire l’anno e sperare che il prossimo anno sia migliore. Già, il 2020 non è stato un granché. Ma d’altronde per risorgere è necessario dapprima morire. Dovrà andare così, ma guai a dirlo, altrimenti sembrerà una macumba. Ma sì, chi se ne frega di come andrà. Inutile far programmi da ora, saresti comunque sospeso.

Intanto sei ancora nella metro.
Una musica di sottofondo, o forse, ancora una volta è la tua immaginazione ti sta accompagnando. Rompe il silenzio una voce metallica che ti dice di essere a “Termini”. Sei a metà viaggio, manca ancora un po’, prima di arrivare a casa e rilassarti. Ora cambierai metro, starai attento agli assembramenti, l’unica cosa che ti importa davvero in questi ultimi mesi. Eviterai situazioni pericolose. In realtà non ci hai capito molto. Ti arrivano notizie sconfortanti e qualcuna incoraggiante. Aspetti, come hai sempre fatto. Presto si tornerà ad abbracciarci, a fare l’amore con una sconosciuta e a sorridere senza freni. Ora, quella luce è nascosta in una Ffp2 o in una mascherina chirurgica. L’animo sarà più sereno e si avrà meno paura. Deciderai finalmente cosa fare della tua vita. Sì, però non ora.
